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Celiachia: il Camaleonte clinico

Al giorno d’oggi, quasi tutti sanno cosa sia la Celiachia, chi più chi meno.
Le statistiche confermano che l’1% della popolazione è Celiaco quindi in Italia si stimano esserci 600 mila Celiaci nonostante solo poco più di 200 mila siano stati effettivamente diagnosticati.

Ciò significa che circa 400 mila Italiani sono Celiaci ma non lo sanno!

Ma come mai a volte è così difficile scoprire di essere celiaci?

Secondo l’Aic in media la Celiachia viene diagnosticata ben 6 anni dopo la manifestazione dei primi sintomi.

Celiachia: Il Camaleonte Clinico

Ecco perché molto spesso la Celiachia viene definita come Camaleonte Clinico: questa condizione si può presentare in tanti modi diversi con vari sintomi di diversa importanza, riuscendo quindi a non esser diagnosticata per molti anni.

Recentemente avevamo parlato dei 5 sintomi più strani della celiachia: dalle afte al tremolio fino addirittura alla depressione! Difficile capire di averla quando i sintomi sono così disparati!

Le forme della Celiachia

Come riporta il Dr. Schar Institute, proprio come una Camaleonte, la Celiachia può manifestarsi in varie forme:

-La Celiachia classica si contraddistingue per uno sviluppo precoce generalmente dopo qualche mese dallo svezzamento e si manifesta con i sintomi di malassorbimento tipici della Celiachia.
-Esiste poi la Celiachia Sintomatica si manifesta tardivamente con sintomi extra intestinali come per esempio l’anemia dovuta alla carenza di ferro
-Troviamo anche la Celiachia Subclinica ovvero asintomatica in cui la persona non manifesta sintomi. In questo caso, la celiachia riesce ad esser diagnosticata solo grazie all’analisi sierologica e la conferma della presenza degli anticorpi
-Esiste la Celiachia Potenziale in questo caso, vengono trovati i marker sierologici positivi senza che la biopsia intestinali confermi la diagnosi. Ciò significa che la persona è in potenza celiaca di conseguenza è essenziale tenere sotto controllo la situazione per fare una diagnosi precoce al momento della manifestazione
-Purtroppo esiste anche il caso della Celiachia Refrattaria che si manifesta nello 0,5% dei casi. In questo caso l’adozione di un’alimentazione priva di Glutine non porta benefici.

Forse è proprio queste varie sfumature che fanno sì che una persona non non riconosca immediatamente la sua intolleranza e non dia peso a questi segnali del proprio corpo. Immagina di vivere 6 anni con disturbi strani che non riesci a capire a cosa siano dovuti!

Sicuramente col passare del tempo questo dato tenderà a scendere ma è impressionante pensare che per anni e anni una persona debba convivere con questi sintomi quando seguire una dieta Gluten Free li farebbe passare tutti!

Ma come è la vita da Celiaco? Siamo certi che la cosa non ti peserebbe se non dovessi rinunciare a niente!

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La vera Storia della Pizza Margherita

Da bambini andare in Pizzeria era un momento speciale: era una delle poche volte in cui tua mamma ti lasciava prendere una Coca Cola e potevi stare finalmente seduto al tavolo insieme ai grandi!

E di solito, quale pizza sceglievi?

Scommettiamo che oltre alle classiche pizze con accostamenti dubbi (come quella con le patatine), per andare sul sicuro molto spesso sceglievi la Margherita.

Scommetiamo anche che ad un certo punto della tua infanzia hai chiesto ai tuoi genitori “Perché si chiama margherita?

Quasi sempre la leggenda che sentiamo raccontare è che il cuoco partenopeo Raffaele Esposito inventò un piatto con i colori della bandiera italiana per servirlo alla Regina Margherita di Savoia che era in visita a Napoli.
Esposito sembra dunque essere quello che ha inventato la nostra tanto amata pizza!

Ecco… ci sono alcune verità tuttavia la storia vera è molto lontana dalla leggenda

La vera Storia della Pizza Margherita

Era il 21 maggio 1889, quando il Re Umberto I di Savoia e la Regina Margherita si recarono in visita ufficiale a Napoli.
Già a quei tempi, girava voce nell’alta nobiltà di un cibo molto apprezzato dalla classe bassa della popolazione e conosciuto solo a napoli: tale misteriosa e sconosciuta Pizza…

Una volta in città i Reali decisero di convocare a corte uno dei cuochi più conosciuti al tempo, tale Raffaele Esposito con un compito preciso: far assaggiare alla curiosa Regina la tanto chiacchierata pizza.

Il cuoco preparò ben presto 3 Pizze già molto popolari nella Città Partenopea: una Marinara, una Mastunicola (con olio, formaggio e basilico) e una con pomodoro e mozzarella. In un lampo di genio, la moglie di Esposito poco prima che venisse servita alla Sovrana, posò sopra quest’ultima una foglia di basilico.

La Regina dopo aver provato le prime 2 pizze non era molto entusiasta.. sì il sapore era buono, ma non era niente di eccezionale…
Quando la sovrana vide la terza ne rimase subito entusiasta: i colori erano quelli della bandiera d’italia e una volta assaggiata chiese il nome a Esposito il quale rispose “Margherita!”

Oltre la Leggenda

Per quanto il mito sia avvincente, ecco la vera Storia della Pizza Margherita! Di vero nella leggenda c’è quindi il fatto che Esposito ha dato il nome alla Pizza in onore della Sovrana tuttavia il cuoco non ha inventato la Pizza, al massimo la moglie ha avuto l’idea geniale di aggiungerci una foglia di basilico. E menomale che la Regina si chiamava Margherita, vi immaginate se si fosse chiamata Genoveffa?

Comunque sia andata la vicenda, essere la patria della Pizza è un orgoglio italiano!

E con la nostra Regina omaggiamo al massimo la grande Storia della Margherita:

🍅 Pomodoro dal nostro territorio
🐄 Mozzarella di bufala campana DOP
🟡 Pomodorini rossi ciliegini 100% italiani
🏺 Olio extravergine d’oliva e Basilico verde fresco

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Celiachia e Intolleranza al Lattosio: una storia complicata

Fortunatamente oggi giorno i sintomi della Celiachia sono facilmente riconoscibili e le diagnosi sono piuttosto immediate.
Tuttavia molto spesso, una persona a cui è appena stata diagnosticata la Celiachia potrebbe continuare ad avere sintomi scoprendosi poi anche Intollerante al Lattosio.

Ma esiste una correlazione tra queste due condizioni?

Celiachia e Intolleranza al Lattosio: una storia complicata

Secondo l’Associazione Itaiana Latto-Intolleranti (AILI), il 70% della popolazione mondiale è Intollerante al Lattosio. Questa percentuale però varia da paese a paese: in Giappone la percentuale raggiunge l’80-100% mentre negli Stati Uniti è di circa il 22%.
Se vuoi scoprire perché le percentuali variano così tanto da Paese a Paese, leggi il nostro articolo sulla Storia dell’Intolleranza al Lattosio.

Come specificato dall’Associazione Italiana Celiachia (AIC), la Celiachia non comporta una predisposizione per l’Intolleranza al Lattosio, tuttavia molto spesso al momento della diagnosi un Celiaco può risultare anche temporaneamente Intollerante al Lattosio.

La Celiachia si caratterizza per l’atrofia dei villi intestinali. L’enzima della Lattasi, responsabile per la digestione del lattosio (lo zucchero del latte) si trova proprio in questo punto del nostro organismo.
Quando la Celiachia inizia a manifestarsi, i villi intestinali si distruggono, portando ad una riduzione della lattasi: di conseguenza in questo momento oltre ad essere Celiaco, questa persona non riuscirà nemmeno a digerire il Lattosio.

La buona notizia è che questa Intolleranza al Lattosio molto spesso risulta essere temporanea. Seguendo una dieta Senza Glutine infatti i villi intestinali ritornano normali e quindi anche la lattasi ritorna in funzione.

Sempre secondo l’AIC, in generale nel giro di 3-6 mesi dopo la diagnosi e con una dieta Gluten Free, l’Intolleranza al Lattosio diminuisce fino a sparire e piano piano si può ritornare ad includere il latte ed i suoi derivati nella dieta.

Tutto è bene quel che finisce bene

Nel momento in cui ti viene diagnosticata la Celiachia, il mondo può crollarti addosso: dover cambiare abitudini alimentari e in generale lo stile di vita può essere un duro colpo all’inizio… Pensa se al momento della diagnosi ti dicono pure che sei Intollerante al Lattosio!

All’inzio può essere dura adattarsi ma questo è colpa della dilagante ignoranza che ancora c’è intorno alla Celiachia.

No, non è un moda e non esistono gradi di Celiachia e si, la contaminazione è un grosso problema.

Mister Pizza nasce proprio per dare una soluzione a questa mancanza di sensibilità da parte dei ristoratori: tutti hanno diritto a potersi godere una Pizza senza preoccupazioni.

La nostra missione sin dall’inizio è stata far sì che nessuno si senta mai escluso quando va a mangiare in Pizzeria con la famiglia o con gli amici: la tua intolleranza non deve essere un motivo di vergogna.

Ecco perché da Mister Pizza oltre a trovare la Pizza Senza Glutine con impasto artigianale più famosa di Firenze e Mestre, trovi anche la Mozzarella Senza Lattosio!
Vogliamo che tutti i nostri ospiti si sentano a casa: che sia grazie alla nostra Pizza Classica, grazie alla nostra Pizza Gluten Free, alla nostra Mozzarella Senza Lattosio o grazie alla nostra Mozzarella di Cocco!

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Celiachia: Predisposizione, Fattori Scatenanti o Casualità?

Di Celiachia se ne sente parlare sempre più spesso. Anche se la sensibilizzazione su quest’Intolleranza è più alta c’è ancora poca consapevolezza da parte di molti: alcuni pensano sia solo una moda, un capriccio dei VIP senza capire che per i Celiaci mangiare Glutine vuol dire stare molto male per giorni.

La Celiachia è una malattia autoimmune che colpisce circa l’1% della popolazione italiana: avevamo già parlato della sua Storia e anche dei suoi sintomi più strani da non sottovalutare.
Sappiamo molte cose sulla Celiachia anche se da anni i ricercatori continuano a chiedersi cosa scateni quest’Intolleranza nelle persone.

Oggi infatti cercheremo di far luce su questo tema con le più recenti ricerche scientifiche.

Celiachia: Predisposizione, Fattori Scatenanti o Casualità?

La domanda “Cosa scatena la Celiachia?” nasce dal fatto che solo il 3% delle persone geneticamente predisposte sviluppa la Celiachia. In altre parole, il 97% di quelli che, a causa dei loro geni, dovrebbero diventare Celiaci non lo sono e possono continuare a mangiare Glutine senza problemi per tutta la vita.

Quindi come mai solo una percentuale bassa di chi dovrebbe esser Celiaco lo diventa effettivamente?

 

Familiarità

La Celiachia si trasmette solo con dei particolari geni che passano dai genitori ai figli: di conseguenza chi ha un familiare di prima grado Intollerante al Glutine ha il 15% di probabilità in più di diventare Celiaco.
Se hai in famiglia un caso di Celiachia, l’AIC consiglia di fare un esame per cercare la presenza di particolari geni: se assenti sarà impossibile per te diventare Celiaco!

 

Fattori ambientali

La ricerca ha smentito anche vecchie credenze: né l’allattamento al seno o artificiale né l’età in cui viene introdotto per la prima volta il glutine nella dieta del bambino è il motivo per cui la Celiachia si manifesta.
Invece, un recente studio tedesco pubblicato sull’American Journal of Epidemiology ha ipotizzato che la Celiachia si sviluppi a causa di alcune infezioni all’apparato digerente nel periodo dell’infanzia.

 

Fattori di rischio

Le recenti ricerche sul campo hanno scoperto che chi ha già una malattia autoimmune (come il diabete mellito di tipo 1, la tiroidite autoimmune o la sindrome di Sjögren), è 10 volte più a rischio di sviluppare la Celiachia.
Inoltre recenti studi hanno ipotizzato che più glutine una persona mangia, più è alto il rischio che diventi Celiaca.

 

I motivi dunque sembrano esser tanti ma ancora la certezza non c’è: l’unica cosa certa è che la Celiachia si sviluppi solo in presenza di una predisposizione genetica, cioè nei tuoi geni è già scritto che un giorno potresti diventare Celiaco.

 

La diagnosi di Celiachia a volte può arrivare come un macigno, senti che dovrai per sempre rinunciare a tante cose che contengono il Glutine e ciò può demoralizzarti…

Ma se ti dicessi che non devi assolutamente rinunciare a niente?

Esistono tante alternative Gluten Free alle cose di tutti i giorni: dalla pasta al pane e anche la Pizza!

Certo molto spesso lo standard non è molto alto, si usano impasti surgelati o comunque la qualità è molto bassa e comunque questo potrebbe farti sentire, ancora una volta diverso…

Da Mister Pizza però la tua Celiachia è al centro e farti vivere la stessa esperienza in Pizzeria di sempre è il nostro obiettivo!

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5 sintomi ‘strani’ della Celiachia

In Italia vengono diagnosticati circa 8000 Celiaci all’anno e il numero aumenta esponenzialmente con l’andare del tempo.
Ma ciò è dovuto al fatto che la Celiachia che è in aumento o al fatto che riconoscerne i sintomi è diventato più semplice?

Alcuni sintomi ormai sono ben noti a tutti per esempio: disturbi intestinali, importanti variazioni di peso e nei bambini sviluppo anomalo della crescita, ecc… Tuttavia molti Celiaci non presentano questi problemi ma manifestano sintomi molto più lievi quindi per anni continuano a mangiare glutine ignorando la loro Celiachia.

Avevamo già parlato di alcuni VIP che per caso hanno scoperto la loro Intolleranza e infatti oggi parleremo proprio di quei sintomi che difficilmente qualcuno pensa possano essere legati alla Celiachia, parleremo dei

 

5 sintomi ‘strani’ della Celiachia

 

1. Lo smalto dentale:

La malformazione dello smalto dentale è uno dei primi campanelli d’allarme soprattutto nei bambini che, verso i 7 anni, iniziano a sostituire i denti da latte.
A causa del malassorbimento dei nutrienti, lo smalto dentale risulta mal sviluppato e decolorato in vari punti.
Questa situazione purtroppo non scompare quando si inizia a seguire una dieta Gluten Free tuttavia il tuo dentista può intervenire per risolvere il problema.

 

2. Sindrome della bocca secca:

I sintomi di questa condizione sono facilmente intuibili: una frequente e duratura secchezza delle fauci. Questa condizione è provocata dalla sindrome di Sjögren, una malattia autoimmune che molto spesso si manifesta insieme alla Celiachia.
La scarsa salivazione è un problema piuttosto serio! Infatti la saliva aiuta a mantenere i denti puliti, perciò una scarsa produzione può facilitare l’insorgenza di carie. Inoltre la saliva aiuta la deglutizione e la masticazione e ovviamente anche l’articolazione quando parliamo.
Insomma la secchezza delle fauci non è affatto un problema da sottovalutare!

 

3. Le afte:

Anche le afte, piccole lesioni nelle parti molli, sono un sintomo della Celiachia e possono dar difficoltà a nel mangiare o nel parlare correttamente. Guariscono da sole ma possono ripresentarsi nel futuro.

 

4. Formicolio:

Un recente studio Svedese evidenzia che in alcuni casi la Celiachia può essere collegata con la Neuropatia Periferica, ovvero un disturbo che danneggia i nervi. Questo fa si che i nervi lesi non siano più in grado di trasmettere correttamente gli impulsi al sistema nervoso periferico causando quindi la comparsa di formicolio o intorpidimento soprattutto la notte. La ricerca però evidenzia come in caso di diagnosi seguire una dieta senza glutine porta giovamento anche alla Neuropatia Periferica

 

5. Depressione:

Secondo uno studio dell’Università di Sheffield e riportato dalla Fondazione Veronesi, la Celiachia può lasciar segni anche sul cervello! Questa malattia dunque non risulta più essere solo unicamente legata all’intestino ma ha conseguenze più ampie su tutto il corpo! I ricercatori ipotizzano che ciò sia dovuto al fatto che il glutine, nelle persone Celiache, può andare a danneggiare la sostanza bianca ovvero i fasci di fibre nervose che mettono in collegamento il cervello con le parti periferiche del nostro corpo. Infatti nello studio inglese, i ricercatori hanno riscontrato una lesione della sostanza bianca segno di una ridotta capacità di elaborazione. Anche la salute psicologica ne soffre: i Celiaci infatti sembrano soffrire con maggior frequenza di disturbi di ansia, depressione e in generale un stato di infelicità più forte.

 

Secondo le statistiche, i Celiaci in Italia dovrebbero essere circa 600 000 tuttavia al momento ne risultano solo 200 mila e molte ricerche ipotizzano che questi siano solo la punta dell’iceberg e che gli intolleranti oscillino tra l’1 e 2 milioni.

Ecco perché è molto importante non sottovalutare nessun segnale che ci manda il nostro corpo e consultare subito il medico se qualcosa non va.

Ma come sarebbe la tua vita se fossi celiaco?

Magari sei anche curioso ma ti spaventa pensare come sarebbe la tua vita senza il Glutine: rinunciare pane, pasta, pizza, dolci, birra ecc… quanti sacrifici!

Ma in verità non è così!

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La Storia dell’Intolleranza al Lattosio

Lo sapevi che l’Intolleranza al Lattosio è una condizione che colpisce la maggior parte della popolazione adulta nel mondo?
Immagina un mondo in cui non ti puoi godere la tua tazza di latte caldo e miele, un incubo!

Sembra incredibile, ma questo disturbo oltre ad aver radici nella genetica ha uno stretto legame con l’ambiente in cui cresciamo.
Già nel 400 a.C, Ippocrate descrisse questa intolleranza ma solo negli ultimi 50 anni i sintomi ne sono stati riconosciuti.

E noi avevamo già parlato di alcune curiosità in questo articolo.

Oggi invece partiremo in un viaggio attraverso i secoli e ripercorreremo

La Storia dell’Intolleranza al Lattosio

L’Intolleranza al Lattosio nasce dall’assenza o carenza dell’enzima Lattasi che ha il compito di scindere il Lattosio, zucchero presente in quasi tutti i prodotti caseari.

In quasi tutte le regioni al Nord (Nord Europa, Nord dell’India ecc..) l’enzima Lattasi tende ad esser presente nella maggior parte delle persone con percentuali sempre più basse andando verso il Sud.

Quasi la totalità dei bambini nasce con questo enzima che tuttavia, con l’andare del tempo tende a scomparire. Ma anche la sua scomparsa segue una logica.

Ma come mai in alcune regioni l’enzima tende ad esser presente anche negli adulti mentre in altre sembra scomparire?

Tutto nasce da una mutazione?

In Europa, la Lattasi è regolata da un gene che si trova sul Cromosoma 2 e una mutazione casuale 10 000 anni fa ha iniziato a permettere alla popolazione adulta di continuare a digerire il latte.

Una ricerca dell’Università di Dublino, ha rivelato che già i nostri avi erano Intolleranti al Lattosio e che, la mutazione che a molti concede agli adulti di godersi un bicchiere di latte, risale a 3000 anni fa.

Si perché gli umani erano “progettati” per non riuscire a digerire il latte una volta raggiunta l’età adulta!

Una tra le teorie più accreditate è che la Storia dell’Intolleranza al Lattosio sia stata influenzata dal clima.

Gli abitanti del Nord Europa riuscivano ad affrontare la carenza di vitamine che assorbiamo col sole, grazie al latte.
Questo quindi diventa essenziale per sopperire alla carenza di sole: per questo tendenzialmente troviamo percentuali più basse dell’Intolleranza al Lattosio verso le regioni Settentrionali.

Nella stessa maniera nella parte Sud di queste regioni, il sole forniva questi nutrienti quindi la Lattasi non era più così necessaria, e ciò si rispecchia oggi in percentuali molto più alte dell’intolleranza.

Insomma, pare che il clima abbia aiutato i Norvegesi a digerire meglio il latte, mentre noi Italiani abbiamo talmente tanto sole che saper scindere la Lattasi risulta uno spreco di energia!

Eppure l’Italia è il Paese della Pizza, come possiamo sopportare la privazione di Mozzarella sulla Pizza? Bisognerà mangiare con Marinare per il resto della vita?

Beh, è sicuramente una soluzione, ma da Mister Pizza non devi scendere a compromessi!

Grazie alla nostra Mozzarella senza lattosio, non dovrai più accontentarti di una triste Pizza Rossa ma ti potrai godere tutto il gusto della Margherita con la nostra Mozzarella Senza Lattosio!

Anche se la genetica ti rema contro, da Mister Pizza trovi la soluzione per te!

 

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La Storia del Veganismo

Il movimento Vegan sta convincendo sempre più persone ad abbandonare la carne ed i prodotti caseari. Molti non colgono la scelta etica che ci sta dietro e addirittura a volte, si permettono di criticare… Per comprendere questa community e apprezzarne le sue scelte è necessario conoscere la Storia del Veganismo.

Cenni Storici

La storia del Veganismo inizia nella Preistoria. I nostri antenati mangiavano ciò che la natura offriva: frutta, erbe e radici.

Con la scoperta del fuoco e di attrezzi più avanzati, piano piano gli uomini iniziarono a nutrirsi anche di carne ma fu con l’inizio dell’allevamento che l’uomo diventò onnivoro.

Con lo sviluppo delle prime civiltà e della religione, i nostri antenati iniziarono ad interrogarsi se le loro scelte alimentare fossero giuste: è giusto cibarsi di altri animali?

Già nell’Antica Grecia gli adepti dell’Orfismo erano Vegetariani e rifiutavano la carne. Infatti, secondo questa filosofia, questo era necessario per purificarsi e allontanarsi dalla condizione umana e avvicinarsi a quella divina.

Tra i tanti che hanno abbracciato questa Filosofia in passato spiccano i nomi di Pitagora, Ovidio e Leonardo Da Vinci che addirittura prevedeva che in futuro il mondo avrebbe giudicato chi mangia carne come cannibale.

La Storia del Veganismo parte da lontano

La Storia del movimento Vegan inizia in una tipica notte Inglese, piovosa e fredda, il 30 settembre 1847 a Ramsgate nel Kent.

Quella sera viene fondata la Vegetarian Society, la prima Organizzazione Vegetariana al mondo.

In poco tempo, l’Organizzazione inizia ad attrarre sempre più persone e sempre più nomi influenti tra i quali Mahatma Gandhi, che per un certo periodo ne ricoprirà il ruolo di Dirigente.

Oltre a lui, anche Donald Watson e Elsie Shrigley sono due nomi di spicco. Ma perché?

Perché il movimento Vegan nasce da loro. Infatti, i due sono i primi che presero le distanze dalla Vegetarian Society per la loro visione sui prodotti caseari: secondo loro infatti, anche il latte ed i suoi derivati devono essere bannati dalla dieta.
Il 1 Novembre 1944 nasce così la Vegan Society, nome che deriva dalle prime tre lettere e dalle ultime due di Vegetarian (VEG-AN). Oltre ad eliminare il latte, questa nuova Society si delinea più come filosofia rifiutando qualsiasi cosa (cibo, indumenti, ecc..) che potesse aver causato sofferenza a qualsiasi animale nel suo percorso.

La prima rivista dedicata a questo mondo, The Vegan News, inizia a diventare sempre più popolare fino a che nel 1945 conta già ben 500 abbonati.

La missione era diventata quella di diffondere consapevolezza anche sulle tematiche legate all’ambiente, al rispetto degli animali e ovviamente anche sulle tante alternative per una dieta Vegana.

Nel 1965, finalmente viene introdotto sul mercato il primo latte di soia che piano piano conquistò sempre più persone.

Nel 1970, una ricerca Americana evidenzia come l’abuso di carne può esser dannoso per la salute. Da lì la svolta: da quel momento, sempre più persone decidono di abbracciare non solo la dieta Vegana, ma tutta la massiccia filosofia che vi sta dietro.

Ad oggi, la comunità Vegana conta milioni di persone in tutto il mondo e anche tantissimi VIP !

Tuttavia, nonostante l’enorme richiesta molti ristoranti non capiscono le esigenze dei Vegani, pensano che una semplice insalata possa esser considerata un pasto completo.

Per noi questo è solo l’inizio di una rivoluzione.

Da Mister Pizza la filosofia è molto diversa!

Con la nostra mozzarella a base di cocco certificata VeganOK, non dovrai più rinunciare a gustarti una fantastica pizza insieme ai tuoi amici! Finalmente potrai dire addio alle insalate per godertele solo di contorno!

Vieni a scoprire la tua nuova pizza vegana preferita, ti aspettiamo in pizzeria!

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La Storia della Celiachia

Oggi si sente molto spesso parlare di Celiachia.
I sintomi sono facilmente riconoscibili, la diagnosi è abbastanza immediata e un celiaco può avere lo stesso tenore di vita di un non celiaco.

Tuttavia per molti anni una considerevole fetta della popolazione rimaneva vittima di strani sintomi e moriva per una malattia sconosciuta.
Oggi ripercorriamo la storia della celiachia, dalla sua scoperta alla sua evoluzione nel mondo moderno.

Gli inizi

La storia della celiachia inizia nel lembo di terra chiamato Mezza Luna Fertile tra Siria, Israele, Iran e Iraq, quando gli uomini cominciarono a piantare e mangiare cereali circa 10 mila anni fa.
Quando i nostri antenati iniziarono a cucinare e mangiare il grano, risultò evidente che una parte di loro non riuscisse ad assimilarlo e già allora le persone iniziarono a manifestare gli stessi sintomi che oggi sappiamo legati alla celiachia.
Probabilmente i problemi erano dovuti al loro gruppo genetico, che riconosceva il grano come un ospite indesiderato dal quale era necessario liberarsi.

Già nel I secolo d.C, Areteo di Cappadocia parlava dei sintomi della celiachia che lui legò ad un fenomeno chiamato “diatesi celiaca”, ovvero alterazione intestinale.

 

La Storia Moderna

Nel 1888, il medico Samuel Jones Gee parlò di questi sintomi nei bambini e fu il primo a sospettare che potessero esser legati ad un alimento senza però riuscire ad identificare quale fosse.

A parte pochi casi, come quello del medico Haas che nei primi anni del ‘900 studiò varie diete per dar sollievo ai bambini celiaci, della celiachia non si indagò più per molti decenni.

Bisogna aspettare il 1945 quando il pediatra olandese Dicke capì che l’origine del disturbo era nella farina di grano. Pochi anni dopo, dei ricercatori inglesi individuarono in maniera più precisa che il problema era il glutine.

Nonostante si fosse trovata la radice del disturbo, la formulazione di una corretta diagnosi per la celiachia ha richiesto un percorso molto lungo: fino al 1988, erano necessarie ben 3 biopsie duodenali per diagnosticare di celiachia (in pratica ti infilavano un grosso ago nello stomaco per tirare fuori dei campioni di tessuto).
Il progresso tecnologico ha però aiutato a facilitare la diagnosi e oggi il primo passo consiste con delle semplici analisi del sangue e solo successivamente, per accertamenti, si viene sottoposti ad una biopsia.

 

La sensibilizzazione alla Celiachia

Anche fino all’inizio di questo secolo, la celiachia era poco conosciuta e non era ancora ritenuta una malattia seria dalla gran parte della popolazione, spingendo i celiaci a dover rinunciare a tanti alimenti per paura della contaminazione.

Solo negli ultimi anni l’attenzione attorno alla celiachia è aumentata: dalla nascita di associazioni dedicate (AIC), a politiche di sostegno per l’acquisto di prodotti senza glutine, fino a campagne di sensibilizzazione di carattere nazionale.

Dal 1969, ogni 3-4 anni, si tiene il Simposio Internazionale sulla Malattia Celiaca proprio per informare e aiutare a gestire al meglio questa condizione.

Anche i Bar e ristoranti hanno iniziato ad attrezzarsi per garantire scelte alle persone celiache.

Il problema è che spesso non c’è molta consapevolezza o non c’è molto interesse nel garantire la sicurezza e alternative Senza Glutine

 

Oggi per fortuna il mondo è cambiato e da Mister Pizza il Gluten Free è la normalità!
Tutte le nostre pizzerie hanno la certificazione AIC per permetterti di poterti gustare in tranquillità le nostre pizze con il nostro fantastico Impasto Artigianale Senza Glutine!

Se ti senti ancora bloccato negli anni 80 e da tempo ti privi della cosa più buona al mondo (aka la Pizza) vieni a trovarci e riscopri la gioia di stare in pizzeria con i tuoi cari!

 

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10 curiosità sull’Intolleranza al Lattosio

L’Intolleranza al Lattosio sta diventando un problema sempre più comune. Molto spesso in TV ci sono pubblicità di latte senza lattosio, formaggi ad alta digeribilità e tante altre alternative…

Avevamo già parlato della distinzione tra intolleranza e allergia al lattosio qui, oggi invece vedremo

10 curiosità sul mondo del senza lattosio

1. I numeri

Partiamo da una statistica emblematica: circa il 60% degli adulti al mondo ha un’intolleranza al lattosio, contro solo il 4% che invece è proprio allergico.
Ma come mai si sviluppa l’intolleranza? Recenti studi hanno scoperto che la probabilità di non riuscire a digerire latte e suoi derivanti aumenta esponenzialmente laddove la dieta tende ad escludere latticini. Ciò spiega perché il 90% degli adulti Europei non sviluppa nessuna intolleranza contro solo il 5% degli Asiatici.
Nonostante questi studi però, è universalmente riconosciuto che la vera causa è l’assenza dell’enzima lattasi e ciò può essere dovuto anche ad un danno all’intestino tenue per infezione o malattia.

 

2. Un po’ di storia

Un recente studio dell’Università di Zurigo ha scoperto che l’intolleranza al lattosio è una condizione con cui l’uomo ha sempre convissuto.
Infatti già in età antica, molti non riuscivano a digerire il lattosio e non ne avevano conoscenza. Gli intolleranti si ritrovavano a dover convivere con i sintomi per tutta la vita.
Oggi invece siamo molto fortunati: ci sono infinite alternative al lattosio e, a volte, senza dover nemmeno rinunciare al latte o ai suoi derivati!

 

3. Latte scremato vs Latte intero

Contrariamente a ciò che si pensa il latte scremato contiene più lattosio rispetto a quello intero. Anche il latte in polvere non è da meno: addirittura ne contiene 10 volte in più!

 

4. Formaggi sì o no?

Quando si è intolleranti al lattosio non bisogna rinunciare a tutti i derivati del latte, anzi! Ci sono diversi formaggi che gli intolleranti possono mangiare come il parmigiano stagionato 24 mesi o il Gorgonzola. Ci sono poi altri derivati che contengono altissime percentuali di lattosio come la mozzarella o i fiocchi di latte. Il consiglio è sempre quello di controllare, qui trovi un articolo dell’AILI (Associazione Italiana Latto-Intolleranti) a riguardo.

 

5. Latte e derivati

Nonostante proprio il latte di bufala ed il latte di pecora contengano una maggiore concentrazione di lattosio, il pecorino e la mozzarella di bufala, sono dei formaggi che contengono basse concentrazioni della molecola grazie alla loro lavorazione, anche se il lattosio non è totalmente assente.

 

6. E gli affettati?!

Sembra assurdo, ma anche il prosciutto cotto o quello crudo potrebbero contenere lattosio! Come? Perché la legge non specifica quali aromi e conservanti devono essere usati per il suo trattamento, di conseguenza il produttore potrebbe decidere di usare anche il lattosio. Conviene sempre controllare l’etichetta del prodotto.

 

7. Pure gli alcolici?!

Attenzione agli alcolici! Quali? Ovviamente stiamo parlando delle creme: crema al caffè, crema di limoncello ecc… la parte che li rende cremosi molto spesso contiene lattosio!

 

8. Attenzione allo yoghurt

Lo yoghurt zuccherato molto spesso viene dolcificato con il lattosio che è appunto lo zucchero del latte.

 

9. Lattosio nei broccoli, pere e lattuga?!

Forse in passato avete visto la notizia che girava sulla presenza di lattosio all’interno di broccoli, pere e lattuga: Falso! Infatti l’AILI ha spiegato il perché molto spesso gli intolleranti al lattosio percepivano fastidio. Dopo la scoperta dell’intolleranza al lattosio, la mucosa intestinale risulta ancora irritata e molto sensibile agli alimenti che contengono un’alta percentuale di foodstamp ovvero zuccheri a catena corta e fibre che possono peggiorare l’infiammazione intestinale.

 

10. Celiachia e Intolleranza al Lattosio

Come mai chi è celiaco tende a sviluppare un’intolleranza anche al lattosio? L’AILI chiarisce che, poiché la celiachia colpisce i villi intestinali, sulla sommità di questi è presente la lattasi che viene a sua volta influenzata. Questa concausa fa si che anche l’assorbimento del lattosio venga compromesso e spesso porta allo sviluppo di un’intolleranza al lattosio.

 

Queste curiosità potrebbero farti pensare che per il resto della vita dovrai evitare latte e derivati e di doverti quindi accontentare di pizze rosse o marinare per sempre….

Da Mister Pizza però puoi gustarti qualsiasi pizza vorrai grazie alla nostra mozzarella senza lattosio! Scegli in tranquillità con quale pizza vuoi deliziare il tuo palato! Ti aspettiamo in pizzeria!

 

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I 5 problemi di un celiaco al ristorante

Secondo gli ultimi dati dell’Istituto Superiore di Sanità, la celiachia è l’intolleranza alimentare più diffusa al mondo e in Italia si stimano ben 600 000 celiaci, ma solo 200 000 di questi sono stati ufficialmente diagnosticati.
La community del Senza Glutine cresce ogni giorno di più nonostante ancora ci siano persone che non si rendono conto di cosa significhi seguire questa dieta e ciò può essere frustrante….

Oggi vogliamo parlare con leggerezza proprio di questo, ovvero…

 

I 5 problemi di un celiaco al ristorante

 

Step 1: Il dubbio

All’improvviso ti arriva un messaggio sul telefono, i tuoi amici hanno organizzato una cena per il compleanno di Matteo, hanno fissato da Ristoria Pizzorante e te inizi a sudare freddo. Controlli sulla guida AIC, loro non ci sono e allora inizi a preoccuparti “Sanno cosa è il senza glutine? Avranno la pizza gluten free o dovrò accontentarmi della solita insalata senza pane?”. Per toglierti ogni dubbio, decidi di telefonare.

Ogni volta ci ritroviamo a dover controllare la guida AIC per aver certezza di andare a mangiare in un ristorante che abbia ben chiare quali sono le necessità di un celiaco. Quando il nome non compare nella lista, un brivido ti attraversa la schiena e non ti resta altro che alzare la cornetta, chiamarli per esser sicura che possano garantirti una serata di buon cibo senza rischi di contaminazioni.

 

Step 2: Lo scoglio del cameriere

Dopo aver avvertito della tua presenza, arrivi in pizzeria e tutto sembra tranquillo. Vi sedete ed i tuoi amici iniziano ad ordinare: Matteo prende una diavola, Laura una margherita con bufala ed uno ad uno ordinano tutti finché arriva il tuo turno. “Eh… Io avrei chiamato per avvertire che sono celiaca quindi dovrebbero sapere della mia pizza senza glutine….” Il cameriere un po’ perplesso va in cucina a controllare e nel mentre inizi già a deprimerti perché forse anche stavolta rimani a digiuno o, se va bene, con una scarna insalata.
Il cameriere ritorna con un gran sorriso, hanno la pizza gluten free che hanno comprato apposta per te!

Molto spesso uno dei primi problemi si presenta col cameriere. Non tutti infatti sono abbastanza informati per capire che il tuo pasto gluten free, deve essere trattato con un occhio di riguardo per evitare che tu ti senta male.

 

Step 3: Il terrore della contaminazione o cross contamination

Il cameriere torna in cucina con gli ordini e non ti resta che aspettare. Mentre aspetti non ti puoi godere l’attesa: lo sguardo perplesso del cameriere alla richiesta della tua pizza gluten free non ti permette di star serena e di chiacchierare con i tuoi amici: “e se non cuociono la mia pizza in un forno separato? E se della farina in cucina atterra sulla mia pizza?” Non ti resta che aspettare e sperare che abbiano capito cosa devono fare.

A volte anche i ristoranti che conoscono le esigenze del gluten free, sottovalutano il problema e non considerano la possibilità della cross contamination e delle ripercussioni che può avere su di te.

 

Step 4: Ma cosa è sto robo?!

Cerchi di mettere da parte tutti i tuoi pensieri e le tue preoccupazioni e finalmente arriva la tua pizza senza glutine!
“Ma cosa è sta roba?!?” è il primo pensiero che ti passa per la testa. Una melma di pomodoro e mozzarella stesa su un baby impasto giallino dal colore poco invitante. Cerchi di non giudicare dall’apparenza e provi a tagliarlo. Ma la tua pizza è talmente dura che quasi ti spacca il coltello…
Lo assaggi e pensi che poteva andar peggio.
Lo assaggi e pensi che forse era meglio un’insalata.
Lo assaggi e pensi che anche a sto giro ti sei dovuta accontentare.

Hai trovato un ristorante dove sono a conoscenza delle tue esigenze, evitano qualsiasi tipo di contaminazione e cross contamination, MA pensano che i celiaci debbano accontentarsi e che alla fine anche le pizze surgelate senza glutine non devono essere poi così male. Certo magari per arrangiarsi a casa possono andare, ma in un ristorante non è normale servire una pizza surgelata!

 

Step 5: Perché proprio io?!

Avete finito di mangiare, tutti sono felici ma tu hai un po’ la luna storta, ti senti esclusa, ti senti diversa: tutti hanno passato una bella serata ma tu ti sei preoccupata sin dall’inizio e, alla fine, avevi ragione. Hai mangiato una pizza surgelata e dura, non degna di tale nome mentre tutti i tuoi amici si sono gustati una fantastica pizza e allora pensi “perché proprio io?”

“Perché proprio io?!” è proprio la una domanda spontanea alla fine di queste serate. Non tutti ancora conoscono la celiachia e nemmeno si rendono conto dell’enorme community gluten-free presente in tutto il mondo.

 

Anche noi ci siamo passati da queste esperienze e proprio per questo abbiamo voluto permettere a tutti di godersi una normale serata in pizzeria con gli amici senza dover mai attraversare questo incubo.

Tutte le nostre pizzerie sono certificate AIC, certificato che garantisce che siamo attrezzati e soprattutto sappiamo come curare le esigenze dei nostri ospiti celiaci: abbiamo aree di lavoro e forni separati e in cucina usiamo solo farina di riso per evitare qualsiasi tipo di contaminazione.
I ragazzi e le ragazze in sala sono informati e sanno riconoscere sin da subito gli ordini gluten free grazie al nostro inconfondibile piatto arancione e la bandierina.
Soprattutto, Le Pizze Senza Glutine di Mister Pizza sono preparate con il nostro impasto artigianale, descritto da tutti i nostri ospiti come “il migliore mai provato”. Utilizziamo principalmente ingredienti gluten free per garantire la possibilità di scegliere in serenità quale pizza prendere: non solo la Classica Margherita ma anche la Siciliana, la Toscana, la Rustica, ecc…

“Perché proprio io?!” è la domanda che non ti farai mai da Mister Pizza.

Se non ci credi, vieni a scoprire la tua nuova Pizza Gluten Free Preferita!

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